Hai ragione: l'unione fa la forza, e questo mio orgoglioso e pigro isolamento non porta nulla di buono. I nomi servono ad unire, non è casuale lo sforzo "bipartisan" per screditare il nome di comunismo, per far passare gli anarchici per dei facinorosi fuori di testa, per scrivere nella storia che genova 2001 non fu un massacro poliziesco di stampo sudamericano ma un "uso eccessivo della forza legittima" in risposta agli "anarchici" del black block, per fare sì che gli anni '70 siano ricordati come "anni di piombo" ... di fronte a tutto questo, proclamarsi apertamente e orgogliosamente anarchici è la cosa giusta da fare, e qui la lezione me l'hai data tu!
Però, sul "che fare" io preferisco muovermi piano e sui contenuti, e cercare di convincere gli altri sulla base dei presupposti e degli obiettivi che possiamo condividere, comunque ci chiamiamo; in questo, quando qualcuno può etichettarmi ho già perso per metà. I nomi, le aggregazioni e gli schieramenti sono importanti anche perché per troppa gente - e se non ci sto attenta anche per me, anche per noi - sostituiscono lo sguardo sulla propria vita, sui propri bisogni, su quello che assolutamente non possiamo accettare.
Questo costa tempo, fatica, e senso di inutilità, di isolamento, e di impotenza. Dentro, mi porto una collera profonda che vorrebbe sfogarsi in un che fare, e anche la sensazione che intanto che io cerco di capire cosa fare la situazione precipiti.
Ma, come dici tu, tant'è ...
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