Friday, 5 July 2019

DiEM25: Not just another political party

DiEM25 non è l'ennesimo partito politico: DiEM25 è un movimento europeo una proposta radicale, coraggiosa al limite dell'incoscienza, ed è la nostra unica speranza nel momento del pericolo, oggi, quando l'Europa sta per autodistruggersi nel fascismo e nel sangue, e l'estinzione del genere umano è una prospettiva troppo poco lontana.

Il nostro unico scopo, uno scopo vitale, essenziale, urgente, è riportare la speranza: dire come è possibile ricostruire l'Unione Europea su basi democratiche, e che non c'è scampo se non la ricostruiamo; mostrare una possibilità contro il "There Is No Alternative" del debito e dell'austerità liberista; indicare soluzioni per salvare il pianeta; e mostrare che tutte queste cose, la distruzione della democrazia europea, la distruzione del pianeta, lo strangolamento del debito, sono connesse, e connessa deve essere la risposta.

Questo è il nostro compito, ed è un compito da affrontare con ogni mezzo necessario: diffondendo le nostre idee e proposte; conquistando un'egemonia culturale; imponendo la nostra agenda politica, facendo sì che i candidati rappresentanti politici sentano il bisogno di adottarla se vogliono essere eletti; e, infine, se e quando torna utile, anche partecipando alle elezioni.

Solo quest'ultima piccola cosa la fa una forza elettorale, per tutte le altre serve un movimento. Per questo, quando decidemmo che uno dei mezzi da usare per mettere sul piatto e imporre all'agenda politica il nostro European Green New Deal sarebbe stata la partecipazione alle elezioni europee, scegliemmo di distaccare dal corpo di DiEM25 delle ali elettorali:  agenzie con uno scopo specifico e parziale rispetto al Movimento, che restava una cosa distinta (e per questo in paesi più civili, come la Grecia e la Germania, le ali elettorali hanno assunto un nome diverso da DiEM25: rispettivamente, Mera25 e DiE).

Perché un movimento è cosa diversa da un partito, anche se ci sono partiti che si chiamano così, o almeno (per nulla togliere al Partito Comunista del Manifesto di Marx ed Engels) è cosa diversa da un partito nel senso in cui lo intendiamo noi oggi: un'associazione di persone che si domandano come tradurre in rappresentanza elettorale le istanze portate avanti dalla società civile, per esempio come tradurre in voti manifestazioni come quella di Verona o quella del 15 marzo.

Molti di noi temevano che questa differenza e questa distinzione sarebbero state incomprensibili per i più, e così è stato. Quello che non ci aspettavamo, era che la stessa dirigenza italiana di DiEM25 fosse vittima dell'equivoco, ma così è stato: Lorenzo Marsili, il Collettivo Nazionale italiano e l'Ala elettorale italiana erano persuasi che l'unico modo serio di fare politica fosse di costruire un vero partito e presentarsi alle elezioni, è questa la visione di DiEM25 che hanno trasmesso ai nuovi iscritti, ed è questo il compito a cui hanno lavorato con impegno e coerenza in questo ultimo anno.
E' per questo che persone sinceramente impegnate in DiEM25 e in perfetta buona fede oggi credono che non presentarsi alle europee significherebbe la fine di DiEM25, ed è per questo che nella descrizione della nuova opzione 2 si promette che l'ala elettorale continuerà a costruire il movimento, pardon partito, in vista delle elezioni amministrative.

Ma questa è un'anomalia italiana, non il progetto di DiEM25 o quello che avevamo deciso nel costituire l'ala elettorale.

Un'anomalia che purtroppo ci ha portato ad attuare le stesse strategie di un qualsiasi partitino minore, a inseguire il balletto degli accordi di segreteria, e a pensare che si potesse annacquare il nostro programma pur di ottenere un qualsiasi accordo elettorale e la chimerica "unità delle sinistre". Perché è ovvio: se esistere vuol dire essere presenti nelle competizioni elettorali, questa era l'unica cosa da fare, e chi non lo capiva, come quel 70% che votò contro le alleanze al di fuori di European Spring, era solo un pazzo idealista troppo duro e puro per capire che il rischio di raccogliere 150.000 firme non ce lo potevamo permettere. Di fronte a questa follia, le persone ragionevoli dell'ala elettorale hanno sentito il preciso dovere di ignorare quel voto e proseguire nella rincorsa di più vaste alleanze.

I fatti che Lorenzo Marsili descrive così argutamente nel suo video dimostrano quanto fosse profondo e rovinoso questo equivoco. Come era ampiamente prevedibile, la solita vecchia strada delle solite mediazioni fra i soliti vecchi soggetti ci ha portato nel solito vecchio posto: in un pantano. E non poteva essere altrimenti: "chi vuole salvare la propria vita, la perderà".

DiEM25 è la nostra unica speranza in Europa, e paradossalmente era anche l'unica speranza per l'unità della sinistra italiana (e forse può ancora esserlo): proprio perché questa unità non si raggiungerà mai con la coazione a ripetere della solita vecchia maniera. Questa unità può nascere solo da una proposta totalmente nuova, radicale e concreta. Una proposta credibile per i cittadini, non per le segreterie. Una proposta  non compromessa in alcun modo con l'accettazione della "necessità economica" delle scelte politiche austeritarie, ma neanche con l'eterno balletto della ricerca di un seggio e delle alleanze fra segreterie di portatori di interessi e pacchetti di voti: questa è e deve essere DiEM25.

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