DiEM25 non è
l'ennesimo partito politico: DiEM25 è un movimento europeo una proposta
radicale, coraggiosa al limite dell'incoscienza, ed è la nostra unica speranza
nel momento del pericolo, oggi, quando l'Europa sta per autodistruggersi nel
fascismo e nel sangue, e l'estinzione del genere umano è una prospettiva troppo
poco lontana.
Il nostro unico
scopo, uno scopo vitale, essenziale, urgente, è riportare la speranza: dire
come è possibile ricostruire l'Unione Europea su basi democratiche, e che non
c'è scampo se non la ricostruiamo; mostrare una possibilità contro il
"There Is No Alternative" del debito e dell'austerità liberista;
indicare soluzioni per salvare il pianeta; e mostrare che tutte queste cose, la
distruzione della democrazia europea, la distruzione del pianeta, lo
strangolamento del debito, sono connesse, e connessa deve essere la risposta.
Questo è il nostro
compito, ed è un compito da affrontare con ogni mezzo necessario: diffondendo
le nostre idee e proposte; conquistando un'egemonia culturale; imponendo la
nostra agenda politica, facendo sì che i candidati rappresentanti politici
sentano il bisogno di adottarla se vogliono essere eletti; e, infine, se e
quando torna utile, anche partecipando alle elezioni.
Solo quest'ultima
piccola cosa la fa una forza elettorale, per tutte le altre serve un movimento.
Per questo, quando decidemmo che uno dei mezzi da usare per mettere sul piatto
e imporre all'agenda politica il nostro European Green New Deal sarebbe stata
la partecipazione alle elezioni europee, scegliemmo di distaccare dal corpo di
DiEM25 delle ali elettorali: agenzie con
uno scopo specifico e parziale rispetto al Movimento, che restava una cosa
distinta (e per questo in paesi più civili, come la Grecia e la Germania, le
ali elettorali hanno assunto un nome diverso da DiEM25: rispettivamente, Mera25
e DiE).
Perché un movimento
è cosa diversa da un partito, anche se ci sono partiti che si chiamano così, o
almeno (per nulla togliere al Partito Comunista del Manifesto di Marx ed
Engels) è cosa diversa da un partito nel senso in cui lo intendiamo noi oggi:
un'associazione di persone che si domandano come tradurre in rappresentanza
elettorale le istanze portate avanti dalla società civile, per esempio come
tradurre in voti manifestazioni come quella di Verona o quella del 15 marzo.
Molti di noi
temevano che questa differenza e questa distinzione sarebbero state
incomprensibili per i più, e così è stato. Quello che non ci aspettavamo, era
che la stessa dirigenza italiana di DiEM25 fosse vittima dell'equivoco, ma così
è stato: Lorenzo Marsili, il Collettivo Nazionale italiano e l'Ala elettorale
italiana erano persuasi che l'unico modo serio di fare politica fosse di
costruire un vero partito e presentarsi alle elezioni, è questa la visione di
DiEM25 che hanno trasmesso ai nuovi iscritti, ed è questo il compito a cui
hanno lavorato con impegno e coerenza in questo ultimo anno.
E' per questo che
persone sinceramente impegnate in DiEM25 e in perfetta buona fede oggi credono
che non presentarsi alle europee significherebbe la fine di DiEM25, ed è per
questo che nella descrizione della nuova opzione 2 si promette che l'ala
elettorale continuerà a costruire il movimento, pardon partito, in vista delle
elezioni amministrative.
Ma questa è
un'anomalia italiana, non il progetto di DiEM25 o quello che avevamo deciso nel
costituire l'ala elettorale.
Un'anomalia che
purtroppo ci ha portato ad attuare le stesse strategie di un qualsiasi
partitino minore, a inseguire il balletto degli accordi di segreteria, e a
pensare che si potesse annacquare il nostro programma pur di ottenere un
qualsiasi accordo elettorale e la chimerica "unità delle sinistre".
Perché è ovvio: se esistere vuol dire essere presenti nelle competizioni
elettorali, questa era l'unica cosa da fare, e chi non lo capiva, come quel 70%
che votò contro le alleanze al di fuori di European Spring, era solo un pazzo
idealista troppo duro e puro per capire che il rischio di raccogliere 150.000
firme non ce lo potevamo permettere. Di fronte a questa follia, le persone
ragionevoli dell'ala elettorale hanno sentito il preciso dovere di ignorare
quel voto e proseguire nella rincorsa di più vaste alleanze.
I fatti che Lorenzo
Marsili descrive così argutamente nel suo video dimostrano quanto fosse
profondo e rovinoso questo equivoco. Come era ampiamente prevedibile, la solita
vecchia strada delle solite mediazioni fra i soliti vecchi soggetti ci ha
portato nel solito vecchio posto: in un pantano. E non poteva essere
altrimenti: "chi vuole salvare la propria vita, la perderà".
DiEM25 è la nostra
unica speranza in Europa, e paradossalmente era anche l'unica speranza per
l'unità della sinistra italiana (e forse può ancora esserlo): proprio perché
questa unità non si raggiungerà mai con la coazione a ripetere della solita
vecchia maniera. Questa unità può nascere solo da una proposta totalmente
nuova, radicale e concreta. Una proposta credibile per i cittadini, non per le
segreterie. Una proposta non compromessa
in alcun modo con l'accettazione della "necessità economica" delle
scelte politiche austeritarie, ma neanche con l'eterno balletto della ricerca
di un seggio e delle alleanze fra segreterie di portatori di interessi e
pacchetti di voti: questa è e deve essere DiEM25.
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