Sunday, 4 November 2018
Traduzione della conferenza stampa di Yanis Varoufakis - 26 ottobre 2018
https://www.yanisvaroufakis.eu/2018/10/28/diem25-will-contest-the-european-parliament-elections-in-italy-press-conference-announcement-rome-26th-oct-2018/?fbclid=IwAR1PHzyB7zNlOnl0zDvApnYJ6kSjaFzboJGkCs8L8n4zAf1N2kQXBdHtxs4
https://soundcloud.com/yanisv/rome-press-conference-friday-26-oct-2018
La principale ragione per cui siamo qui è perché l'Italia oggi è dilaniata da due forze opposte: una è Bruxelles, l'altra è Salvini. Dall'establishment di Renzi, Merkel, Juncker, Moscovici da una parte e dal temerario, razzista, xenofobo, antieuropeo progetto di Salvini dall’altra. Quello che stiamo facendo, come Diem25, in Italia, Francia, Germania, Grecia, va visto in questo contesto. Oggi, l'Italia è il “Ground Zero” della crisi europea. L'Italia deve essere al cuore delle preoccupazioni dei progressisti nel mondo.
Questo può sorprendere alcuni di voi: proprio mentre parliamo Bruxelles e Salvini stanno lavorando molto bene insieme, contro l'interesse degli italiani, in particolare, e degli europei in generale. Salvini è il più grande sostenitore di Bruxelles, perché Juncker, Merkel, Macron e gli altri restano attaccati al potere dicendo: “qualunque errore stiamo facendo, a Bruxelles, a Berlino, a Roma (sto parlando di Renzi) dopo di noi viene Salvini”. E Bruxelles è a sua volta il più grande sostenitore di Salvini: con l'imposizione all'Italia di regole che garantiscono la stagnazione italiana e la distruzione del reddito e delle prospettive per il futuro per la maggioranza degli italiani, rende possibile a Salvini di indicare una via d’uscita nel populismo xenofobo.
Permettetemi di affrontare direttamente la questione che preoccupa la maggioranza di voi oggi in Italia, lo scontro con Bruxelles riguardo al bilancio italiano. La nostra posizione come Diem25 è che sia Bruxelles che il Governo Lega-5 Stelle sono profondamente e intenzionalmente in errore.
Bruxelles sbaglia ad imporre all'Italia regole fiscali e bancarie che garantiscono la stagnazione italiana, regole che sono state accettate dall'establishment italiano che oggi è al fallimento. Le regole fiscali dell'UE sono analiticamente prive di basi perché non esiste una cosa come il deficit strutturale: è qualcosa che non può essere misurato e non deve essere misurato. È basato su una teoria economica fallata. Stanno costringendo Roma a introdurre ancora più austerità, in un momento in cui la crescita italiana è crollata quasi allo 0%. Se il governo italiano, qualsiasi governo italiano, dovesse rispettare il Fiscal Compact e ridurre il deficit allo 0,8% (come prevedono le regole), il rapporto deficit-PIL aumenterebbe, non calerebbe, come risultato della sicura caduta del PIL che ne deriverebbe: e voi avreste un'altra recessione.
Anche il Governo Lega-5 Stelle sbaglia: questo bilancio non stimola la crescita in maniera sufficiente a fare la differenza per la gran parte delle persone e il risultato sarà un’esplosione del deficit senza grandi benefici. Tagliare le tasse dei redditi più alti, per esempio, non dà slancio alla crescita: quando i ricchi ricevono una riduzione delle tasse, o la risparmiano o la portano in Svizzera, in Lussemburgo, ecc.
Anche peggio: questo governo e Bruxelles sanno di essere profondamente in errore. Bruxelles sceglie di sbagliare perché è più interessata a mantenere una sembianza di controllo sui nostri paesi che alla prosperità condivisa in Europa. E il Governo Lega-5 Stelle sceglie di sbagliare perché Salvini e Di Maio sono più interessati a mantenere la loro precaria alleanza che alla prosperità del popolo italiano.
Il momento presente
Questa è la situazione che abbiamo di fronte: l'Italia è in stagnazione perché il suo establishment di centro ha accettato le regole dell'UE che hanno soffocato l'Italia, causando la propria rovina politica e aprendo la strada a Salvini.
L'Ancien Régime (compreso Renzi e i suoi padroni di Bruxelles) e il governo Lega-5 Stelle sono due facce della stessa medaglia. Bruxelles e Salvini continueranno a sostenersi a vicenda mentre l’Italia affonda, mentre l’Europa si disintegra. Uno dei danni collaterali di questa lotta Salvini-Bruxelles è che abbiamo smesso del tutto di parlare delle riforme dell’Eurozona che sono assolutamente necessarie per mantenere l’Italia nell’eurozona, per mantenere la Grecia nell’eurozona, per rendere sostenibile l’Eurozona in quanto tale – persino le riforme che il Presidente Macron propose alla discussione sono ormai affondate.
L'Establishment oligarchico italiano (il PD, Forza Italia, ecc.) ha causato il problema e non può pretendere oggi di essere parte della soluzione.
Salvini sta sfruttando questa frammentazione e questa contraddizione dell’establishment per riportare, con la sua feroce xenofobia, un nuovo fascismo in italia, mentre il M5S è sempre più screditato nel suo ruolo di stampella su cui Salvini si appoggia per prepararsi ad assumere il governo da solo il prossimo anno.
Dobbiamo agire adesso! L'Italia ha urgente bisogno di una nuova alternativa progressista contro l’alleanza spuria dell’establishment oligarchico e del nazionalismo di Salvini.
Quello di cui l’Italia non ha bisogno, invece, è che noi progressisti facciamo una ennesima triste alleanza di sinistra con i soliti sospetti. L'Italia non ha bisogno di un'altra lista Frankenstein di sinistra che ricucia insieme i cadaveri di quella che un tempo era la gloriosa sinistra italiana. L'ultima cosa di cui l’Italia ha bisogno è l’ennesima lista di candidati di sinistra senza un coerente programma di cambiamento, un programma di cambiamento che risponda alle domande: “Che fare con le banche? Che fare col debito pubblico? Che fare con la povertà?”, e non solo in Italia ma anche in Francia, in Germania, in Grecia? Questo è il motivo per cui siamo qui oggi: per annunciare che metteremo insieme una lista con un programma unico, coerente e credibile.
Chi siamo?
Potete ben domandarci: “ma voi chi siete?”. Chi sono quelli che faranno questa cosa? Lo scorso marzo, a Napoli, ero qui per DiEM25 insieme ai colleghi di svariati movimenti politici da Polonia, Portogallo, Danimarca, col mio amico Benoit Hamon, dalla Francia, con il sindaco di Napoli De Magistris, per imbarcarci nel progetto di mettere insieme una lista transnazionale con un programma coerente attraverso l’Europa. Questo programma ora l’abbiamo completato, dopo molti mesi di duro lavoro. È il programma progressista, ecologista, femminista, umanista, razionale di una coalizione paneuropea che
abbiamo chiamato “Primavera europea”, “European spring”.
Che cosa proponiamo?
Visto che è in Italia che abbiamo la crisi politica più grave, comincio dall’Italia, per fare alcuni esempi del tipo di proposte che stiamo mettendo sul tavolo e che riguardano allo stesso tempo il livello locale, nazionale ed europeo.
1. La prima cosa che proponiamo è che venga creata e immediatamente ampliata una voce del bilancio italiano che preveda un reddito minimo garantito.
2. La seconda è rottamare il taglio delle tasse ai redditi più alti che Salvini vuole introdurre. Quando regali delle mance ai ricchi, come ho detto prima, non crei sviluppo: lo abbiamo sempre saputo, com’è che ora ce lo siamo dimenticato?
3. Sostituire questo taglio delle tasse con un grande piano di investimento nell'economia verde, e aggiungere alla somma necessaria altri 12 milioni di euro, portando il deficit al limite di Maastricht del 3% L’investimento totale sarà di 20 miliardi di euro, da spendere per a) la transizione industriale ed ecologica, ossia per affrontare problemi come quello dell’ILVA di Taranto e delle delocalizzazioni delle manifatture a basso valore aggiunto; b) la sicurezza ambientale, a cominciare da un piano di prevenzione sismica; c) investimenti in infrastrutture per evitare che si ripetano disastri come quello di Genova, e per investire nel trasporto sostenibile.
Rispetto alle regole fiscali della UE, la nostra proposta è di passare dal 2,4% al 3%, ma per stimolare la crescita. Se l'UE vuole che l'Italia si conformi al fiscal compact, ok: noi proponiamo che il governo italiano convochi un summit del Consiglio dell’Unione Europea per proporre quanto segue, al fine di ridurre il deficit fiscale dell'Italia dal 3% al 0.8% o addirittura allo 0%. Il Consiglio dell’Unione Europea potrebbe dare il via a tutto questo con una semplice decisione. Non c’è bisogno di nessun cambiamento dei trattati. Potrebbero dare il via libera alla Banca Europea degli Investimenti (EIB), che appartiene a tutti gli stati membri dell'UE, per emettere buoni della EIB fino al 5% del PIL, ogni anno e per 5 anni, cioè circa 500 miliardi di euro, con la Banca Centrale Europea che sorveglia i mercati secondari per acquistare questi buoni se i loro rendimenti superano una certa soglia, esattamente come ha fatto in questi ultimi anni.
In questo modo, si rilanciano gli investimenti pubblici attraverso la Banca Europea degli Investimenti, in Italia, in Germania, in Grecia, con il 5% del PIL: e così che puoi avere un governo italiano che riduce il deficit ai livelli prescritti dal Consiglio Europeo e dal Fiscal Compact. Come vedete, stiamo proponendo allo stesso tempo una soluzione per l’Italia e una soluzione per l’Europa.
Questo è parte del nostro New Deal per l'Europa. E questa può essere una soluzione combinata per l'Italia e per l'Europa. L'Europa ha disperatamente bisogno di un piano di investimenti verdi su larga scala per creare i posti di lavoro qualificati che mancano in tutta Europa. Un’Europa dove, in Germania come in Italia, stiamo costringendo i giovani a lavoretti precari, in una condizione che nutre il nazionalismo, il razzismo, e la xenofobia in tutto il continente. Abbiamo bisogno di fare questo investimento per creare l’Unione dell’Energia Verde che non c’è. Ne abbiamo bisogno per molte ragioni, per la salvezza del pianeta, ma anche per sganciarci dal Gazprom di Putin.
Signore e signori, austerità per i più e socialismo per i banchieri ci hanno condotto all’attuale fase fascista in Italia, al collasso del centrismo politico in tutti i paeis, e all'Europa reazionaria e divisa che è il sogno di Mr. Trump.
Oggi, qui a Roma, diciamo: “basta!”. Diciamo che un'altra Italia, un'altra Europa sono non solo possibili ma sono qui, nella forma del nostro movimento transnazionale, con un unico programma comune in cui la gente può credere, in Italia, in Germania, in Francia, ovunque.
Cosa proponiamo per l’Unione Europea?
Quanto ai nostri prossimi passi, noi, DiEM25, siamo qui come parte del del processo iniziato a Napoli nel marzo di quest'anno, con Luigi De Magistris, con Benoît Hamon di Génération-s, con il partito Alternativet in Danimarca, con Razem in Polonia, con Livre in Portogallo, con MeRA25, il nostro nuovo partito greco, con i partiti ecologisti e i partiti di sinistra con i quali stiamo dalogando.
Ma quel che ci interessa è che non stiamo presentando semplicemente una lista di persone che vogliono farsi eleggere, ma un programma comune, radicalmente europeista, e che chiunque voglia discutere con noi questo programma, che è a uno stato molto avanzato, può farlo.
Potete andare su europeanspring.net, leggere il programma per tutta l'Europa, e discutere, scrivere, commentare. Non ci interessa che le persone discutano in relazione al partito di cui fanno parte o del leader che sostengono: questo è un modo vecchio di fare politica che non ci interessa. Siamo interessati alle soluzioni. Chiunque sia interessato ad un unico programma che lavora per tutta l'Europa, per l'Italia come per la Germania ecc., può venire con noi ed essere parte della lista.
Le elezioni del Parlamento europeo del 2019 sono soltanto un inizio. Ci danno l'opportunità di fare questo dibattito. Useremo le elezioni di maggio per trascendere il falso conflitto tra Salvini e Bruxelles, tra l'incompetente establishment autoritario e i misantropi nazionalisti internazionali. Diem Italia è qui, ci stiamo muovendo su e giù per il Paese, stiamo programmando tre eventi importanti a novembre (ce ne sarà uno a Milano, uno a Roma, uno a Taranto), raccoglieremo le firme in giro per Italia e invitiamo tutti i partners che hanno partecipato all'incontro di Napoli a unirsi a noi.
Non c'è più tempo da perdere. Proclamiamo questo in Italia e dappertutto, perché ci stiamo muovendo allo stesso modo in Germania, Grecia, Francia e qui non solo per disputare un'elezione ma per dare agli italiani la promessa della prossima “primavera europea” con un messaggio: i progressisti italiani non saranno soli a lungo
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