Ho sognato mia madre, "un giorno di settembre, il mese blu". Magra come un uccellino, nella sua vestaglia di satin azzurro, si presentava alla mia porta.
"Entra", le dicevo, e l'abbracciavo. E lei era venuta per dirmi che "aveva fatto le analisi" e sarebbe guarita. Io la guardavo negli occhi lucidi e febbrili, e sapevo che non era vero, e la prendevo sulle ginocchia come faccio con la mia bambina - quando vuol essere consolata, o semplicemente mi vuole parlare.
Ogni nuova perdita ha il volto di quelle che l'hanno preceduta.
ogni perdita ci fa perdere un altro pezzetto di noi. colmare la frammentazione? impossibile. lenire il dolore del distacco? a volte si può.
ReplyDeletelove, mod