L'immagine di felicità che coltiviamo in noi è tutta intrisa del colore del tempo a cui ci ha assegnato una volta per tutte il corso della nostra propria esistenza. Una felicità che potrebbe risvegliare in noi l'invidia si dà solo nell'aria che abbiamo respirato, con uomini, a cui avremmo potuto parlare, con donne, che avrebbero potuto farci dono di sé. In altre parole, nell'idea di felicità risuona ineliminabile l'idea di redenzione. Ed è lo stesso per l'idea che la storia ha del passato. Il passato reca in sé un indice segreto che lo rinvia alla redenzione. non soffia forse anche in noi un soffio dell'aria che spirava attorno a quelli prima di noi? Non c'è, nelle voci a cui prestiamo ascolto, un'eco di voci ora ammutolite? Le donne che corteggiamo non hanno delle sorelle da loro non più conosciute? Se è così, allora esiste un appuntamento misterioso tra le generazioni che sono state e la nostra. Allora noi siamo stati attesi sulla terra. Allora a noi, come ad ogni generazione che fu prima di noi, è stata consegnata una debole forza messianica, a cui il passato ha diritto. Questo diritto non si può eludere a buon mercato. Il materialista storico ne sa qualcosa.
Benjamin, II tesi sul concetto di storia, trad. Solmi
Ipazia, io ho nostalgia di te anche se non ti ho mai conosciuto.
ReplyDeleteE dirtelo in un messaggio in cui riporti un brano altrui mi sembra l'unico modo per non essere frainteso (cosa che succede sempre).
A presto
Gio
Gio, è la cosa più bella che mi sia mai stata detta, grazie!
ReplyDeleteE non mi permetterei mai, mai di fraintenderti in questo caso.