Ϝέσπερε, πάντα φέρων, ὄσα φαίνολισ ἐσκέδασ᾽ αγωσ,
φέρεισ οἴν, φέρεισ αἶγα, φέρεισ ἄπυ ματέρι παῖδα
φέρεισ οἴν, φέρεισ αἶγα, φέρεισ ἄπυ ματέρι παῖδα
Espero, il più bello degli astri
riporti ciò che la luce disperse.
porti la pecora
porti la capra
porti lontano la figlia alla madre
angélique ionatos - astéron panton
La luce porta fuori, nel mondo. Espande, fa crescere, diffonde ... La stella del crepuscolo raccoglie, porta a casa, ripensa: è per questo al crepuscolo ci si accorge di chi non è tornato di quel che non è stato raccolto, o chi manca sente la nostalgia di casa ("era l'ora che volge al desio ...").
Venere ha due facce: Lucifero, al mattino, Espero, al crepuscolo. Ma è la stessa stella, e la stessa Dea.
Quasimodo traduce:
Vespero, tutto riporti
quanto disperse la lucente aurora
riporti la pecora
riporti la capra
ma non riporti la figlia alla madre.
*non riporti* si giustifica così: fereis (porti) àpu (àpo, in greco classico, equivalente del latino "ab", "da" nel senso di allontanamento: porti lontano. Poi è un quarto di secolo che non studio più il greco, posso pure sbagliare!
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