In un passo di Hillman incontrato oggi ritrovo la stessa idea, ma per la bellezza - anche della bellezza abbiamo bisogno come dell'aria. Non, dico, abbiamo bisogno per vivere di rivedere ogni giorno un dipinto del Beato Angelico, ma del semplice camminare accanto agli alberi, avere attorno a noi delle case dotate di qualche armonia, vedere il cielo ...
(e scelgo il Beato Angelico per ringraziare AP) |
Tratto da MP dalla prefazione di Hillman al suo "La politica della bellezza" (Moretti e Vitali, 1999):
La risposta estetica è immediata, istintiva, animale, e precede nel tempo e nell'ontologia i gusti che rendono elaborata la risposta e i giudizi che la giustificano.
Ogni repressione di quella risposta non soltanto è deletaria per la nostra natura animale, ma è anche una ferita istintuale nociva al nostro benessere, come è nociva la repressione di qualunque altro istinto. Ma la risposta estetica negata, questo ignorare l'impulsoestetico della psiche, è anche un arrogante insulto alla presenza del mondo. passeggiare accanto a un edificio maldisegnato, vedersi servire del cibo preparato in modo scaitto e accettarlo, mettere sul proprio corpo una giacca tagliata e cucita male, per non parlare del non sentire gli uccelli, del non accorgersi del crepuscolo... tutto questo significa ignorare il mondo. Eppure, questo sato di ignoranza, questa an-estesia, è in larga misura la condizione umana attuale. Ed è sostenuta e favorita dalla nostra economia, dal nostro modo d'impiegare il tempo libero, dall'uso che facciamo della refrigerazione, dai nostri mezzi di comunicazione e di trasporto e, naturalmente, dai nostri modi di curarci.
Dal momento che questa anestesia, questo "ottundimento psichico" - come la chiama Robert J. Lifton, che ha studiato al fondo le catastrofi collettive - è così diffusa ai giorni nostri, ho il sospetto che favorisca la passività politica del cittadino euro-americano, e quindi aiuti i poteri dominanti a proseguire, senza impedimenti, sulla loro rotta rovinosa. Se noi cittadini non facciamo caso all'assalto del brutto, restiamo psichicamente ottusi, ma siamo ancora affidabilmentefunzionali come lavoratori e come consumatori. Possiamo ancora affrettarci a lavorare, a comprare, a tornare a casa alla TV, quotidianamaente, diligentemente, faticando come bestie - come cavalli da tiro con i paraocchi - nella convinzione errata che le nostre sofferenze personali abbiano la loro esclusiva origine nelle nostre relazioni personali.E le psicoterapie colludono con queste convinzioni errate, insistendo che la depresione e l'aggressività che proviamo derivano dai rapporti umani del passato e non dalle inumane violenze che il nostro istinto estetico riceve nel presente. La terapia fallisce il suo scopo quando perde di vista l'importanza quotidiana che Afrodite riveste per l'anima.
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