Siamo rimasti soli ora che Dio se n'è andato,
soli negli asettici alveari di cemento,
dentro le antiche torri e nei viali dimenticati.
Rivolgiamo gli occhi pesanti a cercarne le vestigia
fra le cose del mare e della terra,
frughiamo nei bidoni unti agli angoli di strada,
fra le cosce delle puttane gettate sotto i lampioni.
Siamo soli adesso a camminare nei cortei
e a gridare l'ingiustizia del sudore
ai cancelli delle fabbriche fuori città;
paghiamo tutto il nostro oro per il suo nome
inciso sule auto usate e sulle scatole di preservativi.
Ora che ci ha lasciato soli le sirene secche
degli uomini travestiti da nazisti
sono troppo alte nelle orecchie dei bambini;
e i cani leccano il sangue e la libertà
che esce dalle teste rotte sulle piazze.
Le scritte sui muri come le parole del Libro
ci ricordano in modo ossessivo e falso
il dolore di tante crocefissioni consumate
da indegni sacerdoti nelle aule dei tribunali,
negli ospedali che rivendono i cervelli dei poeti
nelle case popolari che succhiano la miseria.
Ora che siamo rimasti soli aspettiamo
suicidandoci ogni mattina per noia
nella speranza di una resurrezione serale.
Ora che siamo rimasti soli chiediamo
al vicino di aiutarci a pregare sull'uscio di casa
per ritrovare la fede da sciupare nelle bestemmie
e nelle decrepite grida della nostra condanna.
Danilo Bonvicini
Sottili come la polvere
Tipografia compositori, Bologna 1988
Ti ricordo
ReplyDeleteIno
ciao Crespo.
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